PUBBLICAZIONI
Per divulgare il metodo di Albini, valorizzare il materiale d’archivio la Fondazione ha curato diverse pubblicazioni ricercando sempre nuovi punti di vista. Testi per tutti, dai bambini al pubblico generico, a quello di settore. Nel 2017, in occasione del suo 10° anniversario, è prevista la redazione di una collana di piccole pubblicazioni dal titolo “Franco Albini – microstorie”, a cura della Fondazione Franco Albini e Giampiero Bosoni.

CICOGNINO. IL DESIGN SPIEGATO AI BAMBINI
Paola Albini – Corraini Edizioni 2017
“Cicognino è un tavolino di legno ma con un’anima e il sogno di essere parte di qualcosa di importante.
Senza ancora sapere cosa…”
Un volume per bambini e non solo pensato per ripercorrere, attraverso una delle sue creazioni fondamentali, lo storico tavolino Cicognino, la carriera professionale di un pioniere del design italiano: Franco Albini.
Il libro, scritto da Paola Albini e realizzato insieme alla Fondazione Franco Albini, si fa strumento didattico e quaderno interattivo, per avvicinarsi alle creazioni dell’architetto Albini seguendo le tappe del suo percorso professionale e arrivare a capire, sperimentando con esercizi e quesiti, che cosa significa “fare design”.

FRANCO ALBINI. LA CONTINUITA' DI UN SEGNO
AA.VV. – Lezioni di Architettura e Design – Corriere della Sera 2017
“Continuità” per Franco Albini non significa imitazione delle forme, bensì coerenza con un metodo di progettazione che presuppone specifici atteggiamenti nei confronti del mondo e di se stessi. Continuità di metodo più che continuità di stile.
Le revisioni di progetto nello studio Franco Albini – Franca Helg sono sempre stimoli per indagare le origini di una scelta, confrontandola con le altre eventuali opzioni. E’ veramente l’insegnamento di un metodo di “ricerca paziente” citato da Le Corbusier, nel quale non si prefigge mai un risultato finale. Il procedere “pezzo per pezzo” attraverso la scomposizione delle componenti dell’architettura e dell’oggetto, poi ricomposte in un assemblaggio, rende possibile l’individuazione di soluzioni nuove, in cui i principi compositivi possono risultare chiari. Questo modo di procedere che riunisce le competenze di design e architettura in un unico metodo di lavoro e di pensiero è ancora oggi un valore da indagare.

FRANCO ALBINI. LA SOSTANZA DELLA FORMA
Catalogo della mostra “La Sostanza della Forma”, allestita all’Istituto Italiano di Cultura di Parigi dal 3 marzo al 30 maggio 2016.
La mostra “La Sostanza della Forma” racconta una prospettiva inedita di Franco Albini, proponendosi come uno sguardo intimo su uno dei più grandi architetti e designer italiani del XX secolo, attraverso i suoi oggetti personali e tante fotografie originali, testimonianza delle affinità elettive fondamentali della sua vita.
A quasi quarant’anni dalla sua scomparsa, la mostra mette in luce gli incontri che scandiscono una personalità complessa e una carriera che ha toccato ogni ambito progettuale: le mostre temporanee, l’arredamento e l’architettura di interni, gli spazi commerciali, i progetti museografici e naturalmente gli oggetti di design per i quali è stato premiato con tre Compassi d’Oro.

I PROTAGONISTI DEL DESIGN. FRANCO ALBINI
Testi a cura di Paola Albini con Elena Albricci – Edizioni Hachette 2011
L’atto della progettazione sta alla base di qualunque processo di trasformazione e ha segnato e accompagnato tutta l’evoluzione umana. Gli oggetti in particolare, realizzati artigianalmente prima e industrialmente poi, rientrano nel vasto campo della progettazione, con la peculiarità del loro essere utili, a differenza dell’opera d’arte “inutile”, così definita per esemplificazione da Gillo Dorfles nel 1954. L’utilità, per i manufatti industriali di impiego quotidiano, si è associata a una “forma” che ha assunto un valore “estetico” sempre più importante. Parallelamente al grande successo internazionale dei prodotti realizzati negli anni Cinquanta e Sessanta in Italia, il termine inglese “design”, disegnare, ha sintetizzato questo processo, definendo anche una nuova figura professionale, quella del designer. Questa si differenzia, per esempio, da quella dell’architetto, pur potendo anche coincidere con quest’ultima, aderendo in tal caso al metodo progettuale “dal cucchiaio alla città” coniato da Ernesto Nathan Rogers. Molti oggetti che usiamo quotidianamente sono oggetti di design. Oggi un’opera sul design industriale non può non incontrare l’interesse del grande pubblico: la collana “I Protagonisti del Design” svela gli autori, i segreti, le curiosità, le aziende produttrici degli oggetti che ci circondano e che sono entrati a far parte dell’immaginario collettivo.

I MAESTRI DEL DESIGN. FRANCO ALBINI
A cura di Giampiero Bosoni con Paola Albini e Chiara Lecce – Il Sole 24 Ore 2011
Franco Albini (1905-1977) fu uno fra i più importanti e migliori architetti italiani aderenti al razionalismo. All’inizio degli anni trenta, appena laureato e all’esordio della sua carriera, Albini iniziò a sviluppare il concetto di “forma della sostanza” come superamento di “forma per la forma” andando a modificare quella che era la visione degli spazi dell’abitare diffusa a quei tempi fra gli architetti e a divulgare quella “cultura per il design italiano” che tanto ha contribuito a diffondere i valori, la qualità e la cultura del nostro paese in tutto il mondo. A partire da questa “illuminazione”, si evolsero le esperienze progettuali di Albini sempre più concentrate sulla sperimentazione del progetto del mobile (dal mobile metallico in serie, alla “Gommapiuma Pirelli” applicata per la prima volta nel campo dell’arredamento) e si intensificarono i rapporti con le realtà produttive (dalle collaborazioni nel campo dell’industria del mobile, degli elettrodomestici e dell’illuminazione fino a quelle, in ambito internazionale, con la Knoll negli Stati Uniti o l’azienda svedese Nordiska Kompaniet in Europa). Su tutto l’arco di questa esperienza, nel disegno del mobile tra gli anni Cinquanta e Sessanta Albini raggiunse la sua massima espressione da “novelliere dell’arredamento”, portando a compimento progetti elaborati per anni come il caso della “poltroncina Luisa” (1950) e tutta la serie degli “animali domestici”: il tavolino “Cicognino” (1952), il tavolo “Cavalletto” TL2 (1950), la leggerissima libreria “LB7” (1957) e la poltrona “Fiorenza” (1952). Anche grazie all’instancabile rielaborazione progettuale, il design e l’architettura di Franco Albini hanno costituito uno dei fulcri più significativi dell’innovazione progettuale italiana della seconda metà del novecento.

FRANCO ALBINI - MINIMUM DESIGN
A cura di Giampiero Bosoni con Paola Albini e Chiara Lecce – Sole 24 Ore Cultura 2011
Franco Albini (1905-1977) fu uno fra i più importanti e migliori architetti italiani aderenti al razionalismo. All’inizio degli anni trenta, appena laureato e all’esordio della sua carriera, Albini iniziò a sviluppare il concetto di “forma della sostanza” come superamento di “forma per la forma” andando a modificare quella che era la visione degli spazi dell’abitare diffusa a quei tempi fra gli architetti e a divulgare quella “cultura per il design italiano” che tanto ha contribuito a diffondere i valori, la qualità e la cultura del nostro paese in tutto il mondo. A partire da questa “illuminazione”, si evolsero le esperienze progettuali di Albini sempre più concentrate sulla sperimentazione del progetto del mobile (dal mobile metallico in serie, alla “Gommapiuma Pirelli” applicata per la prima volta nel campo dell’arredamento) e si intensificarono i rapporti con le realtà produttive (dalle collaborazioni nel campo dell’industria del mobile, degli elettrodomestici e dell’illuminazione fino a quelle, in ambito internazionale, con la Knoll negli Stati Uniti o l’azienda svedese Nordiska Kompaniet in Europa). Su tutto l’arco di questa esperienza, nel disegno del mobile tra gli anni Cinquanta e Sessanta Albini raggiunse la sua massima espressione da “novelliere dell’arredamento”, portando a compimento progetti elaborati per anni come il caso della “poltroncina Luisa” (1950) e tutta la serie degli “animali domestici”: il tavolino “Cicognino” (1952), il tavolo “Cavalletto” TL2 (1950), la leggerissima libreria “LB7” (1957) e la poltrona “Fiorenza” (1952). Anche grazie all’instancabile rielaborazione progettuale, il design e l’architettura di Franco Albini hanno costituito uno dei fulcri più significativi dell’innovazione progettuale italiana della seconda metà del novecento.

IL DESIGN E GLI INTERNI DI FRANCO ALBINI
A cura di Giampiero Bosoni e Federico Bucci – Electa 2009
Il volume, presentato nella collana dei Documenti di architettura, aggiunge un nuovo contributo di ricerca al nutrito corpo di pubblicazioni dedicato fino ad oggi da Electa alla figura di Franco Albini. Il titolo approfondisce in modo accurato e puntuale il lavoro di designer e di architetto d’interni di Albini mettendo in evidenza i caratteri di originalità della sua opera che si distingue per la severa razionalità, il riserbo formale, l’ordine geometrico e la perfezione tecnica, qualità mai disgiunte da una “fantasia dell’arte” di grande valore poetico. I contributi di Giampiero Bosoni e Federico Bucci guidano alla comprensione delle opere di arredamento e design realizzate da Albini in tutto l’arco della sua carriera, dagli anni trenta agli anni sessanta. Dai complementi d’arredo presentati alle prime Triennali fino alla progettazione degli spazi interni di numerose case e appartamenti italiani. Un ricco e inedito apparato iconografico, costituito da disegni e fotografie storiche provenienti dalla Fondazione Franco Albini costituiscono il fulcro del volume.

I MUSEI E GLI ALLESTIMENTI DI FRANCO ALBINI
A cura di Federico Bucci, Augusto Rossari – Electa 2005
Il disegno dell’allestimento (exhibit design) è stato il banco di prova riconosciuto dell’architettura moderna italiana. In particolare, per Franco Albini, il progetto dell’allestimento è diventato un settore di lavoro in cui il maestro milanese si è espresso ai massimi livelli, maturando un linguaggio attento alla spazialità interna, alla comunicazione, all’uso dei materiali. Il volume, curato da Federico Bucci e Augusto Rossari, è composto da saggi che indagano sia gli aspetti generali dell’opera di Albini nel campo dell’architettura degli allestimenti, sia alcuni tra i progetti più famosi come le mostre alla Triennale di Milano, Palazzo Bianco, Palazzo Rosso e il Museo del Tesoro di San Lorenzo a Genova. Un ampio album di illustrazioni, con materiali d’archivio inediti, chiude la pubblicazione.

ZERO GRAVITY. FRANCO ALBINI. COSTRUIRE LE MODERNITA'
AA.VV. – Triennale Electa 2006
La Triennale di Milano e la DARC, Direzione generale per l’architettura e l’arte contemporanee, presentano la mostra Zero Gravity. Franco Albini. Costruire le modernità, in occasione del centenario della nascita dell’architetto e docente milanese.
L’originale allestimento disegnato da Renzo Piano (in collaborazione con Franco Origoni), ben esprime il significato poetico del lavoro di Franco Albini in un ideale omaggio al grande maestro da parte del suo grande allievo. Una suggestiva ragnatela di sottili cavi d’acciaio disegna nell’aria una rete entro la quale vengono sospesi disegni, fotografie, modelli, e testimonianze audiovisive. Seguendo un ordine cronologico lungo gli spazi della Galleria, al piano terra della Triennale, l’obiettivo è offrire un nuovo contributo critico alla conoscenza di una delle stagioni più importanti dell’architettura italiana.La mostra, la cui cura scientifica è di Fulvio Irace, è organizzata per stanze tematiche affidate a diversi curatori: Stanze della memoria, a cura di Marco Albini; La Città Nuova: Milano e l’architettura razionale, a cura di Matilde Baffa; Macchine celibi: Albini e Mollino, a cura di Fulvio Irace; Modernità e tradizione, a cura di Augusto Rossari; Spazi atmosferici: l’architettura degli allestimenti, a cura di Federico Bucci; L’arte del porgere: il museo tra Albini e Scarpa, a cura di Marco Mulazzani e Orietta Lanzarini; La tecnologia e la città, a cura di Claudia Conforti; Gli oggetti dell’abitare, a cura di Silvana Annicchiarico.